L’isola
“Si dice che il geco sia il simbolo delle isole. Il geco sta fermo, immobile, ma quando una zanzara gli passa accanto, rapido, con mossa sicura, l’acchiappa. Si dice a sua volta che l’isola sia la metafora dell’artista. L’artista occupandola sfratta il suo inquilino secondario, il critico che – parafrasando una battuta di Alberto Boatto – non può far altro che limitarsi a parlare di essa” (Serena Carbone).
“Lo vuole l’isola”, scrivevano gli artisti sul catalogo della prima edizione della Biennalina. L’isola ha infatti un fascino intramontabile, sinistro e amorevole al contempo. L’isola vuole che la creatività abbia qui un punto per esprimersi, per uscire dalla solitudine degli studi e divenire momento condiviso.
La storia
La Biennale di Filicudi nasce da un’idea di Jaques Basler, Francesco Pessina, Franco Menna e Marcel Cordeiro nell’estate del 1995. Quattro artisti non autoctoni ma che giunti sull’isola separatamente fra gli anni Settanta e sul finire degli anni Ottanta, qui si sono sentiti a casa, tanto dal voler condividere la loro creatività con tutti gli altri artisti presenti ogni anno sull’isola.
Nell’estate del 1996, presso la casa/atelier Basler, parte la prima, indipendente e autogestita Biennale di Filicudi. Sarà presente al pubblico per una sola notte, nella quale verranno esposte opere di un gruppo di artisti dai linguaggi e discipline diverse fra loro: scultori, pittori, fotografi, architetti, designer, ceramisti, filmmakers, performers, musicisti, danzatori… Tutti uniti in un unico collettivo di professionisti, dilettanti o creativi alle prime esperienze, in un confronto unico e condiviso. Questa inusuale manifestazione vedrà ogni volta partecipe gli abitanti di Filicudi amanti dell’Arte e gli assidui vacanzieri, in una realtà giocosa, ludica e culturalmente interessante.
Tra i numerosi partecipanti nel corso delle dieci edizioni ricordiamo: Ugo La Pietra, Ettore Sottsass, Francesco Pessina, Jacques Basler, Franco Menna, Marcel Cordeiro, il gallerista Massimo Minini, Maria Vittoria Backaus, Stefano Butturini, Giovanni Gastel, Goldshmied&Chiari, Marina Klemente, Francesca Mosconi, Laura Viale, Aurelia Raffo, Franco Raggi, Maurizio Peregalli, Umberto Passeretti, Eliana Lorena, Piero Derossi, Emilio Battisti, Demetrio Nicolò, Giovanni Marconi, Melo Minnella, Clare Littlewood, Lucio Lapietra, Barbara Fiorillo, Mario Bellavista…
XI Biennale – 2016
Dopo vent’anni, la decima edizione della “Biennalina” o “La più piccola Biennale d’Arte del Mondo”, volta pagina per dare nuova linfa alle prossime Biennali. Entrando nel collettivo Tamara Agnello, responsabile dell’Hotel Phenicusa, metterà a disposizione la grande sala sottostante per le manifestazioni future, in uno spazio espositivo diverso, più aperto, accessibile e meno privato.
Da casa Basler, dunque la Biennalina si trasferisce nel portico dell’Hotel Phenicusa proprio accanto al molo e la notte si sussegue al giorno nello spazio di settantadue ore, sotto la guida di Francesco Pessina, Aurelia Raffo e Roberta Passeretti, con il ricorrente tema delle precedenti manifestazioni, “L’isola di Filicudi”, e mantenendo come principio dominante le stesse caratteristiche degli eventi precedenti: autogestione, interdisciplinarità, linguaggi diversi, professionisti e non professionisti. L’insieme delle opere funziona come un’unica opera in un’unica atmosfera, uno spazio flessibile e mutevole aperto alla partecipazione, allo scambio, all’imprevisto.
La XI edizione si è strutturata dunque nell’arco di tre giorni, oltre l’happening di una notte, per poter dare una maggiore visibilità al transito migratorio, frequente sull’isola nel periodo estivo, movimentando l’esposizione con dibattiti su Arte/ambiente/socialità, danza contemporanea, musica Jazz dal vivo, musica disco contemporanea e con simposio finale.
Artisti, amatori, collezionisti, curiosi è variegato il pubblico di questa Biennalina che ogni estate aspetta questo appuntamento ormai consolidato. Lontana dalle rigide impalcature del sistema dell’arte, tra serio e faceto quest’incontro di opere e di artisti riesce a incanalare un’energia particolare. La sua breve durata sottrae l’oggetto dalla vetrina dell’opera e la presenza degli artisti garantisce la pregnanza di un ambiente ospitale dall’aria ludica… del resto spesso è proprio il gioco (dalla lunga tradizione nel mondo dell’arte) a sovvertire le regole creative.
Dal riscontrato interesse della formula sperimentata nel 2016, la Biennalina sarà sempre più aperta ad accogliere nuove espressioni artistiche, sondando nello specifico i diversificati modi di porsi, su una ristretta superficie abitativa, il tutto miscelato in un collettivo con esperienze intellettuali molto diverse fra loro, le quali riescono a interagire e conviverci, nel grande flusso migratorio estivo.